Il Gran Premio Federnat è la Lotteria dei gentleman, la corsa che i “puri“ attendono e sognano di vincere per un anno intero. L’edizione 2014, svoltasi in notturna, è stata organizzata nei minimi particolari e seppur non supportata da un folto pubblico e da un movimento di gioco consistente, è stata comunque una bella festa. Sarebbe stato un delitto correre di pomeriggio, sia per i cavalli che per i protagonisti, giusto mettere da parte gli interessi economici, pensando soprattutto al benessere animale ed alla riuscita dell’ evento. Le tre batterie sono risultate avvincenti e spettacolari, lottate dall’ inizio alla fine: Melandri Kyu, annunciato pronto per un ruolo da protagonista da Jacopo Brischetto, se l’è giocata a viso aperto, respingendo l’attacco di Oxygen Dany (43.1 i seicento) e allungando appena all’esterno si è profilata la sagoma del corregionale Iper Roc ( 13.5 la frazione dai mille ai milleduecento metri).
Quando il figlio di Bon Vivant sembrava ormai in una botte di ferro, è scattato dalle retrovie Positano d’ Ete che, con uno scatto degno di Cocktail Jet nell’ Elitlopp 1996, lo ha raggiunto e sopravanzato mentre l’ottimo New Dream Rex ha strappato l’ultimo pass a disposizione per la finale. I due principali protagonisti sono stati accreditati di una media al chilometro di 1.12.5, il vincitore è stato misurato privatamente in 1.55.5, 28.1 a chiudere, parziale eclatante perché ottenuto con curva costantemente in quarta ruota.
Nella seconda eliminatoria, c’erano dei dubbi riguardo all’ adattabilità di Louvre al percorso manovrato ma il portacolori della Wave ha fatto capire, a chiare lettere, di essere un soggetto fuori dall’ ordinario: dopo aver preso la seconda pariglia esterna, si è lanciato a caccia del leader Orleans Font che imprimeva alla gara un ritmo notevole ( chilometro in 1.12.7 ), sotto la spinta di Procella Marina. Come era accaduto nella corsa precedente, i giochi per la vittoria sembravano chiusi, soprattutto all’ ingresso in retta, quando Procella Marina si eliminava in errore ma l’ allievo di Gianluca Lami doveva ancora dar fondo al serbatoio e con una frazione super veniva a regolare l’ avversario di una minima differenza. Una media di 1.12.9 è stata accreditata sia al vincitore che al pur meritevole Orleans Font, in sulky al quale Giuseppe Monteforte non ha sbagliato nulla. La terza moneta che è valsa un posto in finale, è stata conquistata da Magic’ S Club, arrivato fortissimo a giustiziare il compagno di training Libeccio di Re.
La terza batteria è stata dominata dalla chiara favorita Linda di Casei: la figlia di Uronometro ha trovato traffico lungo il percorso, Matteo Zaccherini è stato costretto a portarla in quarta ruota già all’ altezza della penultima curva, mentre al principale avversario Mineiro As riusciva una gran partenza che gli consentiva di sfilare a condurre nel giro di quattrocento metri. Al mezzo giro finale, l’ allieva di Gocciadoro passava di forza ed andava a concludere nei confronti di una superlativa Pearl Jam, scoperta fin dalla partenza, presentata per la prima volta dal training di Marco Marini. In calo netto il deludente Mineiro As che avrà probabilmente risentito del parziale iniziale, Leticia Bi, con sprint al largo di tutti, si è guadagnata l’ ultimo posto utile per la finale. Anche in questa circostanza, le prime due classificate sono state accreditate dello stesso tempo, 1.13.1.
Linda di Casei era la netta favorita al gioco della finale, presentata senza ferri anteriori, così come in batteria. Anche Louvre non variava l’ assetto, restando AP, mentre Melandri Kyu e Leticia Bi venivano presentati “ scalzi “per l’occasione, tutti gli altri con i ferri: lo svolgimento ha visto Melandri Kyu assumere l’ iniziativa nei confronti di Orleans Font e Louvre che ha puntato in avanti, ottenendo strada. All’altezza dei seicento iniziali, dopo una frazione decisamente lenta, il leader è stato attaccato e costretto a concedere strada da Magic’ S Club, in maniera scorretta (Farina a piedi). Il nuovo leader ha sparato un penultimo quarto in 28.0 che ha messo in difficoltà i cavalli che tentavano la progressione esterna, tra questi proprio Linda di Casei. Nel frattempo, Positano d’ Ete è avanzato per linee interne, spostando poi al largo di tutti sulla piegata conclusiva e con uno sprint molto simile a quello messo in mostra nell’ eliminatoria, ha raggiunto e battuto i fuggitivi Louvre e Magic’ S Club. Le altre piazze utili sono andate a Melandri Kyu e Orleans Font, entrambi senza spazio per sprintare nel momento decisivo, deludente invece Linda di Casei, incapace di ripetere la performance della batteria. Il successo è andato meritatamente al sauro da Ganymede cresciuto sui prati marchigiani dell’ allevamento Fonte dell’ Ete cheil team Minopoli ha presentato in versione eccezionale e Vincenzo D’ Alessandro ha guidato in modo esemplare, quest’ ultimo al suo secondo successo nel Federnat, dopo Diavolo Iz a Taranto. Le scelte tattiche dell’ esperto gentleman partenopeo sono risultate decisive ai fini del risultato, così come ci confermava in premiazione: <<Quando ho visto che l’andatura si manteneva particolarmente sollecita, ho deciso di andare di dentro, in cavallo si è prestato alla manovra ed in seguito ho potuto muovere al largo di tutti per sfruttare al meglio la notevole frazione di cui è dotato. Ringrazio quanti hanno collaborato a questa affermazione ma dedico la vittoria interamente a mio fratello Mario che mi ha seguito da casa >>.
Molte recriminazioni ha espresso Gianluca Lami nel dopo corsa, arrabbiato per il disturbo subito da Magic’ S Club sulla penultima piegata e rammaricato per un successo che sembrava a portata di mano, a pochi metri dal traguardo. Comunque, la prestazione di Louvre è stata, ancora una volta, notevole, così come quella dell’ allievo di Farina, riproposto al top della condizione dai fratelli D’Alessandro.
Quanti non si sono qualificati per la finale, potevano partecipare alla Consolazione: hanno aderito in sedici su venti aventi diritto, disposti però su tre file. Il successo è andato a Mastro Lollo che nell’ eliminatoria era stato squalificato per rottura prolungata, a causa di un errore in fase di lancio che lo aveva estromesso dalla corsa. Sfilato a condurre nel giro di quattrocento metri, il figlio di Perginal, interpretato magistralmente da Michele Bechis, ha respinto per tutto il percorso la minaccia esterna di Oudry dei Veltri e si è imposto chiaramente a media di 1.12.4, nei confronti di uno strepitoso Isaak Bi che Paolo Borin ha condotto alla piazza d’ onore manovrando dalla terza fila. Degna di menzione anche la performance di Oudry dei Veltri, terza al traguardo, costretta a spendere molto per scavalcare il “traffico“ nei primi seicento metri e ancora vitale all’ epilogo nelle mani di Antonio Vitiello che non ha sbagliato nulla.
L’altro appuntamento di rilievo della serata era la Targa d’ Oro che si svolgeva con il criterio delle due batterie e finale: Lando Correvo ha dominato la prima eliminatoria con un classico percorso di testa, concluso a media di 1.13.4, condotto dall’evergreen Cesare Meli. Nella seconda manche si è verificata l’inattesa debacle della favorita Padania Zeta, mai in grado di inserirsi nel vivo della corsa. Per rispetto degli scommettitori, Matteo Zaccherini ha tenuto a spiegare che la cavalla ha accusato un grave problema fisico. Ha vinto meritatamente Pocho El Pride, anch’ esso in tattica d’ avanguardia, ultimata a media di 1.13.3. In dieci si sono qualificati per la finale: Lando Correvo ha speso molto per sfilare a condurre ed in seguito ha dovuto sobbarcarsi l’ attacco di Pocho El Pride ( 58.7 gli ottocento ). Sulla retta delle scuderie Overkam Bi ha “ sparato “ un gran parziale che gli ha consentito di scavalcare il gruppo e passare in netto vantaggio ma in retta d’ arrivo ha dovuto soccombere alla più fresca Paris Roc che il giovane Filippo Rocca, senza alcuna esitazione, ha spostato al largo di tutti per portarla a prevalere chiaramente. Overkam Bi ha difeso a denti stretti la piazza d’ onore dal finish di Pepita del Ronco, vicino è terminato anche il commovente Ianez Pl.
Nel corso del convegno era programmata anche una prova per tre anni sulla distanza del miglio: eccellente performance della qualitativa Sangria Bi ( da Toss Out e Guidara As ) che dopo partenza cauta, ha iniziato una veemente progressione esterna che le ha permesso di largheggiare a media notevole di 1.13.9, nelle mani dell’ingegnere Mauro Biasuzzi.
foto Domenico Zizzi
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