di Luigi Migliaccio
Sarà pur vero, e sicuramente è vero che la generazione 2012 del trotto italiano, quella delle “T” per intenderci, non ha ancora un suo leader definito, ma certo è che Thor di Girifalco oggi ha tutti i titoli per candidarsi a protagonista almeno in quelle occasioni in cui l’aspetto tattico finirà con l’essere predominante. Otto vittorie nelle ultime dieci uscite, tre nelle ultime quattro che rispondono al nome di Elwood Medium, selezione Breeders Courses e Città di Napoli con in mezzo un Giovanardi corso dalla seconda fila e con uno svolgimento troppo particolare per essere considerato inappellabile.
A Napoli il figlio di Dream Vacation ha vinto secondo il suo schema preferito: in testa, controllo e accelerazione finale. Un classico schema “all’italiana” potremmo dire. Facendo il paragone con il calcio si potrebbe pensare a un bel catenaccio anni 70, ma il fine, si sa, giustifica i mezzi e vincere un gruppo 1 ha sempre il suo bel fascino.
Semmai bisognerebbe chiedersi come mai nessuno abbia provato a rovinare i piani del team Lo Verde – Di Stefano che indubbiamente sta vivendo una stagione agonistica particolarmente ricca di soddisfazioni. Enrico Bellei, che con Timone Ek ha scelto di anticipare dopo poco più di 400 metri la risalita di Tarim, si è adeguato al largo convinto (o sperando) di potersela giocare al meglio sullo spunto finale e a quel punto per gli altri avventurarsi in terza ruota sarebbe equivalso al suicidio. Uno dei pochi che avrebbe potuto tentare qualcosa era forse Tinamo Jet che però si era praticamente eliminato dopo poco più di100 metri a causa di un intralcio con lo scarrierante Tresor Zs. Il chilometro è venuto via così in un 1.19.5 che sa più di jogging che non di competizione ai massimi livelli. Logico che le polveri si sarebbero accese nella seconda parte della corsa, ma a quel punto appariva ben chiaro per tutti sarebbe stato difficile recuperare e infatti la chiusura in 42.1 per gli ultimi 600 metri metteva in ogni caso al riparo Thor di Girifalco da eventuali sorprese e consegnava ai battuti u alibi inattaccabile.
In realtà Tesoro degli Dei che era stato sveltissimo in partenza a scendere alla corda dal sette, giungeva ad insidiare molto da vicino il successo del figlio di Dream Vacation. Nel finale, infatti, Pietro Gubellini provava a guadagnare per linee interne e arrivava a un baffo dal successo confermando comunque i buoni progressi registrati nelle ultime settimane dal suo allievo. Thor dava l’impressione, come fatto altre volte in passato, di adagiarsi un po’ caratterialmente alla ricerca dell’avversario all’esterno e quindi la mossa interna di Gubellini rischiava di risultare vincente, ma alla fine le posizioni rimanevano cristallizzate con Timone Ek al terzo, un tutto sommato positivo Tarim al quarto e gli altri dietro chi più chi meno con il rammarico legato a uno svolgimento che comunque nessuno ha voluto, o potuto, cambiare.
E adesso? Punto e a capo c’è il Nazionale alle porte ad appena due settimane di distanza, un po’ poco probabilmente, ce ne volevano tre se non quattro per dare una dimensione più omogenea l al percorso di questi cavalli, ma questo è un discorso che ovviamente rischia di portarci lontano. Leader della generazione cercasi, e va bene, ma il Thor di Lo Verde – Di Stefano – Cascio ha dimostrato di avere un bel “martello” dalla sua.