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di Luigi MIGLIACCIO. Una delle cose bellissime delle corse dei cavalli è che per chiunque e a qualunque livello c’è sempre l’occasione per una rivincita. E lo sapevano bene quelli del team di Orsia a cominciare da Massimo Finetti passando per Antonio Di Nardo e per i suoi appassionatissimi proprietari. Dopo aver dominato in lungo e in largo la stagione, la prestazione di Roma nel Turilli della figlia di Angus Hall aveva lasciato un po’ tutti con l’amaro in bocca. Troppo brutta per essere vera: d’accordo il doppio chilometro, d’accordo l’essere rimasta all’esterno ma vederla rinunciare a correre a poco meno di 1000 metri dal palo di arrivo aveva fatto scattare l’allarme. Fatti gli accertamenti del caso si era arrivati alla conclusione che con tutta probabilità la cavalla correndo sferrata, aveva sentito un po’ la pista accusando dolore sotto,gli zoccoli. Di qui la decisione: lavoro sul morbido della spiaggia di Cuma per togliere il dolore e in corsa una ferratura molto leggera. La stessa con la quale aveva corso e vinto la batteria del città di Montecatini.
Le premesse per far bene e correre da protagonisti quindi c’erano tutte. Rimaneva la verifica del campo, quella che spesso manda a ramengo tutto il lavoro preparatorio e fa sciogliere le illusioni. Stavolta però la pista ha confermato tutto e Antonio Di Nardo se ne è reso conto già dietro l’autostart nella fase di lancio: “Non avevo preparato tattiche – ha dichiarato nel dopo corsa – e quindi non avevo deciso se correre in testa o sotto. In pratica me lo ha detto la cavalla perché quando siamo andati a rete l’ho sentita carica e vogliosa di andare come nei giorni migliori e quindi ho dovuto solo assecondarla. A quel punto mi dispiace per mio fratello Gaetano che ha provato a dirmi che avrebbe corso avanti lui con Olona Ok, ma sono stato costretto a dirgli di no. Il resto lo avete visto…”
Già perché Gaetano e Olona ci avevano provato a ripetere la grande prestazione fornita nella Race Off dell’Europeo cesenate, e se vogliamo hanno corso anche meglio considerato che se la sono fatta tutta all’esterno aria in faccia finendo ancora con un onorevolissimo quarto posto a media di 1.12 netti, ma contro questa Orsia c’era ben poco da fare.
È’ stata per certi versi anche una corsa strana, atipica per i nostri schemi, basti pensare che al passaggio davanti al palo dopo i primi 600 metri c’erano quattro cavalli su una linea, capitanati proprio da Orsia, seguiti da una terziglia, uno schieramento che francamente si è visto poche volte. Eppure a sentire molti dei protagonisti non c’è stato un ritmo indiavolato, o meglio si è andati abbastanza forte , ma non si è andato a strappi, non ci sono state frazioni violente che avrebbero potuto mettere in difficoltà la leader. Al contrario è stata lei a menare la danza. Si è andati tutto sommato a passo costante con e a farne le spese sono stati conseguentemente quelli che hanno scelto (o sono stati costretti a scegliere) prematuramente di agire all’esterno primo tra tutti proprio Pace del Rio che non è riuscito a scivolare in terza pariglia dietro Napoleon Bar per il pronto inserimento di Ribot Ek e si è trovato a dover forzare addirittura in terza ruota sulla penultima circa con il risultato di esaurire le energie a 100 metri dalla meta, ma correndo probabilmente  molto meglio di quanto non dica il risultato finale.
Così mentre Orsia davanti gestiva, Olona Ok faceva  appello a tutte le proprie residue energie, Ravenna dopo aver colto una buona partenza badava a seguire la battistrada in attesa di trovare un varco, l’altro grande protagonista diventava Ribot Ek che all’inizio dell’ultima curva abbandonava la schiena di Napoleon Bar andava a prendere solo per qualche metro quella di Pace del Rio e poi si avventurava in una grande rincorsa a centro pronta che lo portava a ridosso della vincitrice per un posto d’onore che vale davvero molto. Terzo lungo la corda Ravenna che buttava giù dal podio una stoica Olona Ok a sua volta quarta davanti a Romanza Font. Subito in errore e quindi i giudicabile Owen Cr. Radiofreccia (anche lei inopinatamente in terza e quarta ruota al passaggio) e Napoleon a Bar hanno confermato in un modo o nell’altro di non attraversare un gran bel momento.
Ora per la vincitrice niente Nazioni e rotta sul Palio dei Comuni a Montegiorgio. L’esperienza del Turilli ha comunque consigliato la scelta su una prova sui 1600 metri, con un viaggio più breve e in pista piccola che come sforzo ravvicinato forse meglio si addice alla cavalla.

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Emilio Migliaccio classe '71, ex driver, dal 2012 è il corrispondente da Napoli per Trotto & Turf. Collabora come opinionista con Ippodromi Partenopei ed Ippodromi Meridionali.