La giornata dei gp Mipaaft e Royal Mares, si è aperta al mattino con il convegno “Ippica e giustizia sportiva: idee a confronto e regole al passo con i tempi”, svoltosi a Napoli nel roof garden dell’ippodromo di Agnano con gli interventi di Pier Luigi D’Angelo presidente Ippodromi Partenopei, Stefano Sedia vicepresidente AIGI Associazione Italiana Giudici Ippici, Alessandro Lazzaro coordinatore Giurie Trotto (Mipaaft) e Luigi Migliaccio giornalista Unire Tv e Trotto e Turf.
Partendo dai recenti ricorsi, primo tra tutti quello che ha interessato l’ammissione di Zlatan alla finale del Derby Italiano del Trotto, sono state discusse le criticità del rapporto tra gli “arbitri”, gli operatori e gli utenti finali dello spettacolo ippico: dal rapporto tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria all’utilizzo della clausola compromissoria, l’uniformità di giudizio da parte delle giurie che spesso mina il rapporto fiduciario con lo scommettitore e gli operatori ippici, la necessità di riscrivere alcune norme e di rendere il regolamento accessibile a tutti, il supporto delle immagini televisive e i rapporti delle giurie con i media, i costi della giustizia sportiva all’interno del sistema, gli effetti dell’eventuale riforma della giustizia sportiva annunciata dal Governo e infine l’inevitabile confronto con il mondo social.
Sul tema della revisione del risultato sportivo, Stefano Sedia, vicepresidente nazionale dei giudici ippici e presidente di giuria, risponde così “questo convegno ha dimostrato ancora una volta che il rapporto con i guidatori e gli allenatori é fondamentale e i giudici sono sempre stati favorevoli ad un confronto con gli operatori ippici perché solo da un proficuo e fattivo scambio di idee è possibile raggiungere il miglioramento della giustizia sportiva”.
Pier Luigi D’Angelo presidente dell’Ippodromo di Agnano è intervenuto sul ruolo delle società di corse nell’ambito della segnalazione di eventuali condotte sanzionabili all’interno degli ippodromi e sull’uniformità del regolamento dell’Italia rispetto ai Paesi della scena ippica internazionale. “C’è bisogno che si applichino le stesse regole, le stesse normative, per gestire i comportamenti ai limiti del regolamento e quindi l’Italia deve uniformarsi al resto del mondo essendo, con altre nazioni, leader del trotto mondiale. É essenziale il ricorso alla clausola compromissoria perché non è possibile pensare di andare in un tribunale ordinario per stabilire l’ordine di arrivo di una corsa o di un gran premio. Occorre che gli operatori si rendano conto che tutti insieme cooperando possiamo migliora il prodotto per avere un’immagine migliore dell’ippica”.
Tra gli interventi da platea quello di Massimo Gentile, avvocato ed ex commissario Encat, Raffaele Capasso allevatore, Guido Gnoffo consigliere di Ippica Nuova e vicepresidente dei gentlemen toscani, Vittorio Di Maro medico sportivo. Il SIAG, attraverso una nota fatta pervenire al convegno, comunica: “Sono state presentate al Mipaaft varie proposte e continueremo a farne a tutela dei professionisti sulla: 1/ Clausola compromissoria (decisione complicata), 2/ riforma del regolamento, 3/ Uso della tecnologia appropriato e trasparente sia per i giocatori che per gli addetti ai lavori (basta spingere il giallo e far rivedere il filmato più volte a tutti vedi VAR), 4/Costi della giustizia sportiva ( basterebbe che funzionasse tutto bene e nessuno entrerebbe nel merito dei costi), 5/Mondo social (ormai è realtà basta vedere il mondo come gira non se ne può fare a meno), 6/Doping (regole certe e pene esemplari per il rispetto del Cavallo, del settore e degli scommettitori)”. Gli Allenatori e Guidatori campani, rappresentati da Salvatore Minopoli, Marcello Vecchione e Massimo Pignatelli, ritengono che “quali attori di un teatro vicino alla chiusura, gli operatori ippici sono i primi a chiedere che il regolamento delle corse sia bene applicato e controllato a 360 gradi. Solo così si acquisirà quella credibilità che il pubblico giustamente ha perso perché quotidianamente si assiste a corse dubbie, partenze falsate, provvedimenti discutibili che, spesso denunciati dagli operatori, non vengono presi nemmeno in considerazione. Antidoping sia per i cavalli che per i guidatori e provvedimenti punitivi. Chi giudica non deve mettersi nelle condizioni di essere giudicato, lo stesso vale per chi deve controllare, semplicemente assicurare al pubblico e agli operatori che esistono le leggi anche nell’ippica. Più dialogo e confronto periodico per analizzare e risolvere i problemi”.
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